L’ONU – Organizzazione delle Nazioni Unite – ha dichiarato che l’anno appena iniziato, il 2017, è l’anno del turismo sostenibile per lo sviluppo.
Tale decisione, scaturita il 4 Dicembre 2015, si pone l’obiettivo di contribuire al bene del pianeta e della persona – in termini di equità sociale – attraverso uno dei settori più redditizi a livello mondiale: basti pensare che il turismo genera annualmente circa 1260 miliardi di dollari di fatturato.
Ma cosa si intende per turismo sostenibile?
Si tratta di un approccio al turismo, nato nel 1988, volto a tutelare il luogo in cui le strutture sorgono sia in termini di impatto ambientale, non alterandone la natura, sia in termini di impatto economico e sociale, ovvero non ostacolando lo sviluppo di altre attività economiche e non modificando la società e la cultura locale.
Taleb Rifai, segretario generale dell’UNWTO, ritiene che il 2017 rappresenti un’occasione unica per costruire un turismo più responsabile e sostenibile in grado di esprimere il suo pieno potenziale in termini di prosperità economica, inclusione sociale e tutela culturale ed ambientale.
Tale settore, infatti, è in forte crescita, basti pensare che a partire dal 2009 si verifica, annualmente, un aumento degli arrivi turistici pari o, addirittura superiore, al 4%; genera un incremento delle esportazioni mondiali del 7% – si arriva anche al 30% se si fa riferimento ai servizi esportati; contribuisce al 10% del PIL mondiale; genera un posto di lavoro ogni 11 e favorisce lo sviluppo dei Paesi Emergenti – si prospetta che nel 2030 si avrà un incremento del turismo pari al 57% in questi Paesi.
L’anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, dunque, è volto a contribuire al cambiamento delle politiche, delle pratiche commerciali e del comportamento del consumatore, che in tale ottica viene educato alla sostenibilità, diviene più responsabile ed assume maggiore consapevolezza.
Il turismo rappresenta soltanto una goccia nell’oceano dello sviluppo sostenibile, però, applicando tale approccio a più contesti territoriali, si vivrà, nell’arco di pochi anni, in un mondo migliore dove la tutela dell’ambiente, lo sviluppo economico e l’equità sociale non saranno soltanto parole, ma veri e propri fatti concreti.
È in questo contesto che si inserisce l’attività di evway by Route220, startup innovativa che poggia le proprie basi sull’innovazione, sulla sostenibilità e sulla sharing economy, fornendo servizi per la mobilità elettrica e per il viaggiatore, in modo smart ed intuitivo attraverso la propria piattaforma innovativa di web-map e l’app.
Evway consente alle imprese di accoglienza presenti sul territorio – alberghi, ristoranti, negozi, ecc. – di fornire un servizio di ricarica per gli EVDriver (Electric Vehicle Driver) al fine di divenire più attrattivi ed ampliare il proprio business: attualmente su circa 700 mila auto elettriche in Europa, evway presenta 100 mila punti di ricarica mappati sul territorio, 300 strutture associate e 28 stazioni di ricarica proprie e smart.
L’obiettivo della startup è quello di trasformare la pausa ricarica in un’esperienza attiva ed unica per il viaggiatore: è per questo motivo che è stata attivata una piattaforma integrata di web-map che consente all’EVDriver di scegliere in prossimità di quale luogo di interesse ricaricare la propria auto, in modo tale da trasformare la propria pausa in una gita naturalistica, culturale o di svago.
Proprio perché il 2017 è stato eletto l’Anno Internazionale del Turismo sostenibile per lo sviluppo, dotarsi di una stazione di ricarica per i veicoli elettrici dei propri clienti, rappresenta, per le imprese che operano in tale settore, il miglior modo per dimostrare il proprio reale impegno verso un mondo migliore.
Con evway, le imprese di accoglienza contribuiscono alla felicità del viaggiatore, in quanto non forniscono solo energia, ma consentono a quest’ultimo di collezionare un ricordo, diventando un vero e proprio punto di riferimento in Italia ed Europa.